Vi racconterò di un campionato Fidaf Under18 dove giocammo una partita a dir poco da paura.

Scendemmo a Bologna per incontrare i Warriors: loro ci aspettavano forti di una vittoria sui Vipers da brividi, con un roster che avrebbe potuto far impallidire la nostra scarna Tribù.

Anche noi arrivavamo da una vittoria sui Titans: il match aveva messo in luce il “carattere” del nostro team, ma certamente aveva mostrato tutta la difficoltà per un roster ridotto. Fatica, denti da stringere per lo sforzo di dover fare quasi tutti un doppio ruolo e il dolore dei crampi che inevitabilmente erano nel conto.

La partita aveva tutta l’aria di essere una carneficina rosso blu. Un vero e proprio film dell’orrore.

Ecco invece, d’un tratto e impetuoso, un sibilo: weeee havee a souuuul… Weeee havee a souuuul…

Stordimento, confusione, paura! E poi d’un tratto coraggio, determinazione, fischio d’inizio del gioco. Amici mi tremano le gambe al solo pensarci, ma non posso non raccontare la magia vissuta. La devo raccontare! Dovete sapere!

Partenza all’attacco e con delle corse ad opera di Giacomo Macchi, Fernando Passarin e Jordy Cano Ruiz, conquista di drive, possesso di palla, diciamo a tutti che nulla ci intimorisce! Dopo una decina di minuti l’uscita di corsa di Macchi elude i blocchi degli avversari e arriva direttamente in TD. Purtroppo, non va a buon fine la trasformazione, ma intanto lo scorer si muove sullo 0-6 e fine del primo quarter. È poi con l’inizio del secondo quarto che con un’azione di forza di Cano Ruiz, sostenuto dai compagni di linea, entriamo in end zone e mettiamo in paniere un altro TD. Anche questa volta purtroppo non trasformato. Punteggio: 0-12.

Tantissime emozioni da una parte e dall’altra tra fumble recuperati, un intercetto e la ferma volontà comune di non mollare fino all’atteso half-time che permette di riprendere fiato. Poche indicazioni dai coach se non che è imperativo incrementare il punteggio, ma soprattutto difenderlo fino alla fine.

Il nostro comparto difensivo si mostra all’altezza della situazione, anche in momenti particolarmente delicati come l’avvicinamento dei ragazzi di Bologna alla nostra end zone. Non mollano, non lasciano passare, sputano sudore e sangue in uno scontro che sembra non aver fine.

Passano i minuti. Macchi fuori gioco, Passarin dolorante, Cano Ruiz malconcio, crampi condivisi.

Per un istante mi assale lo sconforto. Poi di nuovo, un sibilo: “Weeee havee a souuuul” e sento dalle tribune i nostri fan in trasferta che incitano i nostri ragazzi, che non sentono la stanchezza delle urla, che li incoraggiano come un’intera curva da stadio. Guardo lo staff in sideline, i Coach che oltre a fornire le necessarie istruzioni di gioco sanno infondere ai giovani Redskins la volontà e la perseveranza necessarie per far pensare a un futuro di grandi soddisfazioni.  Lo staff tecnico passa ogni secondo seguendo i ragazzi, cercando di dar loro un minimo di sollievo.

Non so quantificare quanto tempo sia passato durante questa mia riflessione ma mi trovo impreparato al fischio finale, prendo uno spavento enorme, mi tremano le gambe, il cuore batte a mille. Abbiamo portato a casa il match. Sono tutti vivi, doloranti e stanchi ma vivi.

Da Presidente mi preparo a dire qualche parola ai ragazzi: “son partito con una Tribù di indiani, torno con una Tribù di Zombie, ma che partita da paura. Che vittoria da paura!”

 

… Dolcetto o scherzetto? Dolcetto! 2 vittorie su 2! 

Buon Halloweeeen dal Pres e dalla Tribù

Redskins Verona. We have a soul.